Il TAR Lazio Roma (sez. I bis 8 luglio 2009 n. 6681) conferma che l'aggiudicazione provvisoria, ai sensi dell'art. 12 del D.Lgs. 12 aprile 2006 n. 163, è soggetta ad approvazione della stazione appaltante ed il provvedimento di approvazione non costituisce un atto vincolato, poiché in esso si esprime un'ulteriore valutazione della stazione appaltante circa la regolarità nello svolgimento della procedura e la convenienza alla stipulazione del contratto; dovendo quindi la stazione appaltante svolgere nuove ed autonome considerazioni rispetto all'aggiudicazione provvisoria, l'impugnazione di quest'ultima, non consolidando la lesione in capo al concorrente non aggiudicatario, è da considerarsi una mera facoltà, mentre è sempre necessario che il concorrente non aggiudicatario impugni l'aggiudicazione definitiva, tanto che la mancata impugnazione dell'atto finale del procedimento di gara determina l'improcedibilità, per sopravvenuta carenza di interesse, del ricorso rivolto contro l'aggiudicazione provvisoria, atteso che l'eventuale annullamento di quest'ultima non arrecherebbe alcun concreto vantaggio al ricorrente, il cui interesse sarebbe irrimediabilmente pregiudicato dal provvedimento sopraggiunto e non contestato (ex plurimis, da ultimo, Consiglio di Stato Sez. IV 21 aprile 2008 n. 1773).
Se il provvedimento lesivo, da cui decorrono i termini per l'impugnazione, è quello di aggiudicazione definitiva, ne consegue che nelle ipotesi in cui la piena conoscenza dello stesso avvenga mediante la ricezione della comunicazione individuale di cui all'art. 79 del D.Lgs. n. 163 del 2006, è a tale comunicazione che deve farsi riferimento ai fini della proposizione dell'azione impugnatoria, posto che essa contiene gli elementi essenziali della decisione e del suo contenuto lesivo, potendo la conoscenza di ulteriori atti della procedura consentire la proposizione di eventuali motivi aggiunti. |