Il rigore dell'orientamento giurisprudenziale secondo il quale, "ai fini dell'ammissibilità dell'offerta, occorre che il plico giunga alla stazione appaltante con la sigillatura operata dal concorrente del tutto integra, per cui non rileva che gli eventi di alterazione della sigillatura siano successivi alla consegna del plico all'ufficio postale o all'agenzia di recapiti autorizzata (Cons. Stato, sez. IV, 19.1.1999, n. 40)" è senz'altro giustificato qualora il plico contenente le offerte pervenga alla Commissione di gara praticamente aperto oppure in modo tale da non assicurare che l'apertura del plico sia effettuata dalla Commissione pubblicamente in contraddittorio ed il giorno della gara.
Ciononostante, secondo il Consiglio di Stato (Consiglio di Stato, Sez. V 20 maggio 2010 n. 3179), deve considerasi illegittima l'esclusione da una gara per l'affidamento di lavori disposta in ragione del fatto che la busta contenente l'offerta "presenta profonda lacerazione su uno dei lati da dove è visibile la documentazione ivi contenuta che si immagina riferita ai documenti amministrativi", qualora il plico contenente le offerte, seppure lacerato, non avrebbe consentito l'accesso alle buste contenenti le offerte tecnica ed economica, se non previa apertura del plico medesimo.
In tal caso, infatti, appare ragionevole ritenere la lacerazione tale da non compromettere il principio di segretezza delle offerte nelle gare d'appalto e consentire l'applicazione del criterio di massima partecipazione. |