Consiglio di Stato: il valore del “chiarimento” della stazione appaltante


I chiarimenti non possono valere a modificare la disciplina dettata per lo svolgimento della gara, per come scolpita nella lex specialis.

 

Lo afferma il Consiglio di Stato (sez. III 14 gennaio 2015 n. 58) richiamando la precedente giurisprudenza di legittimità (Consiglio di Stato, sez. V, 8 aprile 2014, n.1666).

 

I giudici di Palazzo Spada precisano tuttavia che, nelle ipotesi in cui non è ravvisabile un conflitto tra le delucidazioni fornite dalla stazione appaltante e il tenore delle clausole chiarite, le relative precisazioni costituiscono una sorta di interpretazione autentica, con cui l’Amministrazione aggiudicatrice chiarisce la propria volontà provvedimentale (cfr. Consiglio di Stato, sez. IV, 26 agosto 2014, n. 4305).